Le origini: lo zafferano nel IV secolo
Il Piacentinu Ennese fa la sua comparsa in documenti risalenti al IV secolo, precisamente in alcune pubblicazioni dello storico Gallo, che racconta di un formaggio prodotto con l'aggiunta di preziosi stimmi di zafferano. Altra testimonianza di questo tipico formaggio siciliano la si trova nel libro “Sicilia passeggiata”, scritto da Francesco Maja tra il 1681 e 1682, e pubblicato soltanto nel 1985.
Il sapore: delicato e aromatico
Il Piacentinu Ennese è un formaggio di pecora a pasta dura. La crosta ha una vivace colorazione giallo oro e il sapore, molto delicato e particolare, risente dell'aroma dello zafferano che varia in base alla durata della stagionatura.
La produzione: pecore siciliane, zafferano e pepe nero
Il Piacentinu Ennese è un formaggio pecorino e si produce artigianalmente, con tecniche tradizionali immutate nel tempo. Il Piacentinu Ennese nasce dalla lavorazione del latte ovino intero di pecore autoctone siciliane, al quale si aggiunge caglio di agnello. La cagliata si cuoce a una temperatura di circa 45° e poi si rompe per ridurne i granuli.
Dopo essere stata rotta, la cagliata viene tagliata in pezzi grossolani e sistemata in canestri di giunco dove sarà, salata a secco e lasciata riposare per almeno sessanta giorni. La particolarità del Piacentinu Ennese sta nell'aggiunta di zafferano e grani di pepe nero, che ne caratterizzano il sapore. Successivamente, si lascia maturare il formaggio sotto scotta per 3-4 ore, dopo le quali si lascia riposare per una giornata intera.
Dopo circa un settimana si passa alla fase di salatura a secco, che viene praticata a mano su ciascuna forma. Per il mese successivo, il Piacentinu Ennese viene continuamente rivoltato, in modo da spalmare il sale su tutti i suoi lati. I formaggi che superano i 30-40 giorni di stagionatura, vengono salati nuovamente.
La stagionatura del Piancentinu Ennese dura un mese per il “primosale”, 2-4 mesi per il semi-stagionato e oltre quattro per lo stagionato.
Un formaggio contro la depressione
La leggenda racconta che, intorno al 1090, Ruggero il Normanno chiedesse ai casari del luogo di preparare un formaggio che combattesse la grave depressione della sua amata consorte Adelasia. Nell'antichità lo zafferano era considerata una spezia energizzante e antidepressiva. Così fu aggiunta al tradizionale pecorino, dando vita ad uno dei formaggi più pregiati della produzione casearia siciliana.
Il nome “Piacentinu” deriva dal termine dialettale “piacentì” che in italiano può essere tradotto come ciò “che piace”.
Abbinamenti: primi piatti e brodo di pollo
Il Piacentinu Ennese è l’ingrediente segreto che regala molti primi piatti tipici della cucina siciliana un gusto unico e particolare. Si fa largo uso di questo speciale pecorino, ad esempio, per condire la pasta al brodo di pollo ruspante. I vini più indicati per apprezzare il Piacentinu Ennese sono i tipici rossi siciliani come il Nero d'Avola, Merlot, Syrah, e il Cerasuolo di Vittoria.
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